venerdì 17 maggio 2013

Specchietti per le allodole

A volte accendo la tv sul telegiornale e mi sembra di vedere delle scimmie che sbraitano litigandosi tra loro una banana. Spesso i temi su cui verte il dibattito pubblico nel nostro paese sfiorano il ridicolo. Come l'orchestrina del Titanic che suonava mentre il transatlantico colava a picco, noi continuiamo a dibattere su questa e quella bazzecola su cui si è impuntato questo o quel partito per ragioni di mera propaganda elettorale.
Non è con la forma che ce l'ho, ma proprio con la sostanza. Non è mia intenzione unirmi ai cori di indignazione per la parolaccia occasionale o unirmi ai pompieri che auspicano un abbassamento dei toni. Spesso ci si scandalizza di più per la volgarità delle parole che non per la volgarità dei fatti. La vicenda di Battiato (che al termine "troie" non dava certamente un significato letterale) è emblematica. Ciò che non riesco a sopportare sono proprio le tematiche su cui ci si confronta.

Prendiamo l'Imu. Quella sulla prima casa è un'imposta che è sempre esistita, finché l'ultimo (o forse il penultimo) governo Berlusconi non decise di cancellarla. Lo aveva promesso in campagna elettorale, non poteva tirarsi indietro. Visto il successo che l'operazione aveva avuto alle elezioni del 2008, il Pdl ha pensato bene di fare il bis nell'ultima tornata e ora a noi tocca sorbirci una manfrina interminabile dato che, se Berlusconi non riuscisse a farla eliminare nuovamente, perderebbe la faccia davanti ai suoi elettori. Il punto è che l'Imu sulla prima abitazione è una tassa di 4 miliardi di euro, che sono briciole in confronto ai 700-800 miliardi che assorbono i bilanci dello stato e di tutti gli enti pubblici (corrisponde allo 0,5%). Sarebbe più utile intervenire su altre imposte, il cui taglio potrebbe rilanciare l'economia, invece si continua a dibattere su questa tassa per il suo valore elettorale.

Ma l'Imu si trova in buona compagnia: dall'altra parte della barricata si sventola la bandiera dello ius soli con annesse discussioni sulla posizione di Grillo. Capisco che il Pd voglia esaltare le uniche due-tre cose su cui è compatto, ma non può ammorbarci con una misura senza alcuna ripercussione nella realtà. Infatti, gli stranieri nati in Italia ottengono già la cittadinanza al compimento dei 18 anni. È vero, prima non ne possono godere, ma visto che di fatto cittadinanza significa solo diritto di voto, non cambia nulla.

Ora, capisco che l'Imu e lo ius soli possano essere considerate come questioni di principio su cui occorre intervenire (e anch'io posso dirmi in parte contrario all'Imu e favorevole allo ius soli), ma certamente temi come questi o l'abbandono di Twitter da parte di Mentana non possono monopolizzare il dibattito pubblico nel nostro paese. Come ha chiaramente spiegato Milena Gabanelli nell'ultima puntata di Report, i problemi economici sono un'assoluta urgenza da risolvere con radicali ripensamenti dell'attuale modello economico e la classe politica si scanna per delle piccolezze. La civiltà di un paese si misura anche dalla qualità del suo dibattito interno. Poi non stupiamoci se le classifiche mondiali della libertà di espressione ci piazzano in posizioni vergognose (l'Italia si colloca al 57° posto secondo Reporter senza frontiere e al 68° - nella sezione "parzialmente liberi" - secondo Freedom House). Ciò è dovuto allo stringente controllo esercitato dalla politica sui media, che occupa con armi di distrazione di massa come l'Imu e lo ius soli per nascondere la sua inettitudine nell'affrontare le vere emergenze di un paese che cambia e che essa non riesce più a rappresentare.

0 commenti:

Posta un commento