Di seguito riporto un tema che ho scritto a scuola, la cui traccia era «l'utilità o l'inutilità dell'iniziativa proposta nella classe 4ªE denominata "Libro del Mese"».
È ormai il secondo anno scolastico che il docente di lettere Bruno propone alla nostra classe 4ªE il progetto "Libro del Mese". Ogni mese, infatti, l'insegnante sottrae un'ora alla Gerusalemme Liberata o alle Ultime lettere di Jacopo Ortis per dedicarla alla lettura dei primi capitoli di un libro che consiglia di leggere nei trenta giorni successivi.
L'utilità dell'iniziativa è senz'altro innegabile e i suoi intenti sono mirabili: avvicinare le nuove generazioni sempre più tivucentriche e socialcentriche alla letteratura quale suprema forma di comunicazione e di arte. Permettendo loro di ampliare i loro orizzonti e accrescere sensibilità ed empatia (come alcuni studi dimostrerebbero).
I risultati però non sono troppo soddisfacenti. Infatti, sebbene noi ragazzi siamo sempre entusiasti dell'iniziativa e anche abbastanza coinvolti dalla lettura, quelli che poi andranno a recuperarsi il testo e gli daranno anche solo una veloce scorsa, si contano sulle dita di una mano. A essere ottimisti. A mio avviso, ciò è dovuto al fatto che vediamo questo lasso di tempo come un qualsiasi espediente per saltare un'ora di didattica in senso stretto o come uno svago temporaneo, che non lascerà retaggi dopo l'uscita da scuola. Si va al cinema a vedere l'ultima pellicola hollywoodiana, si esce e si passa al prossimo passatempo.
Allora, come raggiungere l'obiettivo di aggrossare le file degli amici del libro, senza costringere i ragazzi a fare i soliti riassunti facilmente scaricabili dalla rete (che non li porterebbero di certo ad amare la lettura)? Il trucco è sicuramente far appassionare gli studenti alle storie che si possono scoprire grazie ai libri e, siccome ogni persona ha gusti differenti a riguardo, un metodo efficace potrebbe essere quello di proporre diversi generi di racconti con trame delle più disparate e diverse fra loro. Ognuno quindi sceglierà il romanzo che più lo aggrada. Resta ancora un ultimo scoglio da superare: come assicurarsi che poi i ragazzi si attivino per recuperare il testo? Si potrebbe rispolverare ed incentivare l'uso della vecchia biblioteca scolastica. Ogni scuola ne ha una, ma è sempre la stanza meno conosciuta di tutto l'istituto. A quel punto starà al singolo trovare la giusta apertura mentale necessaria ad intraprendere un'attività che non si era mai considerata o si era sempre ritenuta negativa.