giovedì 12 aprile 2012

Noi e i media

La nascita di un nuovo mezzo di comunicazione – la radio nell'Ottocento, la televisione nel secolo scorso, Internet più recentemente – ha sempre creato grande entusiasmo in alcuni strati dell'opinione pubblica e grande apprensione in altri. Queste due posizioni, nel tempo, si sono sempre più spinte verso i loro estremi: da una parte gli apocalittici che li definiscono un pericolo tout court e dall'altra gli integrati che li considerano acriticamente un segno del progresso. Ciononostante la stragrande maggioranza della popolazione utilizza i diversi media, seppur con approcci differenti, con moderatezza e senza eccessi, collocandosi in una posizione intermedia tra le due oltranziste che abbiamo descritto.
Del resto, i media sono dei semplici strumenti e di per sé non sono né buoni né cattivi ma tutto dipende dall'uso che ne viene fatto. C'è da fare poi un distinguo tra i media tradizionali (tv, radio e giornali) e quelli nuovi (Internet e i social media): i primi sono unidirezionali, l'informazione viene calata dall'alto su uno stuolo di utenti "passivi"; i nuovi media, invece, sono multidirezionali, ogni utente crea il proprio contenuto e lo condivide con il resto della rete.
Data questa distinzione possiamo individuare due diverse classi di possibili pericoli. Per quanto riguarda i media tradizionali, il rischio maggiore è quello di annullare il senso critico dell'utente con un flusso costante di messaggi coordinati e univoci, senza che vi sia la possibilità né di poter sentire le voci fuori dal coro né di approfondire le diverse tematiche, secondo le proprie aspirazioni e i propri gusti. Il Web, invece, contiene tutto lo scibile umano e quindi il problema dell'accesso alle informazioni non si presenta, sebbene possa esserci un sovraccarico di contenuti.
Il pericolo principale che si corre con i social media è l'eccesso di comunicazione tale da portare a soffocare la riflessione personale. Entrare in un social network come Facebook è come essere sempre alla propria festa di compleanno dove, in una stanza chiusa, ci sono tutte le persone che conosci, che magari sono un po' brille, e vogliono in continuazione parlarti per farti gli auguri, raccontarti cos'hanno fatto quel giorno, mostrarti le foto dei loro cani e stupirti con l'ultima barzelletta. Questo paragone ci porta all'altra questione legata ai social media: la scarsa qualità dei contenuti trasmessi. Questo problema in linea teorica non dovrebbe sussistere nei media tradizionali, al netto delle debite eccezioni.
Allo stesso tempo entrambe le categorie di mezzi di comunicazione hanno delle potenzialità poco espresse: se la Rete è lo strumento di libertà per eccellenza in grado di aggirare la censura e permettere a tutti di manifestare le proprie opinioni, i media tradizionali dovrebbero puntare sulla qualità e il rigore dei loro contenuti. Pertanto dovremmo finirla di snobbare questi strumenti e la comunicazione in quanto tale, riconoscendole il ruolo fondamentale che ricopre all'interno delle nostre vite. Occorre rendersi conto che i media sono strumenti eccezionali e potentissimi, da non lasciare nelle mani di oligarchie e poteri forti.