La nascita di un
nuovo mezzo di comunicazione – la radio nell'Ottocento, la
televisione nel secolo scorso, Internet più recentemente – ha
sempre creato grande entusiasmo in alcuni strati dell'opinione
pubblica e grande apprensione in altri. Queste due posizioni, nel
tempo, si sono sempre più spinte verso i loro estremi: da una parte
gli apocalittici che li definiscono un pericolo tout court e
dall'altra gli integrati che li considerano acriticamente un segno
del progresso. Ciononostante la stragrande maggioranza della
popolazione utilizza i diversi media, seppur con approcci differenti,
con moderatezza e senza eccessi, collocandosi in una posizione
intermedia tra le due oltranziste che abbiamo descritto.
Del resto, i media
sono dei semplici strumenti e di per sé non sono né buoni né
cattivi ma tutto dipende dall'uso che ne viene fatto. C'è da fare
poi un distinguo tra i media tradizionali (tv, radio e giornali) e
quelli nuovi (Internet e i social media): i primi sono
unidirezionali, l'informazione viene calata dall'alto su uno stuolo
di utenti "passivi"; i nuovi media, invece, sono
multidirezionali, ogni utente crea il proprio contenuto e lo
condivide con il resto della rete.
Data questa
distinzione possiamo individuare due diverse classi di possibili
pericoli. Per quanto riguarda i media tradizionali, il rischio
maggiore è quello di annullare il senso critico dell'utente con un
flusso costante di messaggi coordinati e univoci, senza che vi sia la
possibilità né di poter sentire le voci fuori dal coro né di
approfondire le diverse tematiche, secondo le proprie aspirazioni e i
propri gusti. Il Web, invece, contiene tutto lo scibile umano e
quindi il problema dell'accesso alle informazioni non si presenta,
sebbene possa esserci un sovraccarico di contenuti.
Il pericolo
principale che si corre con i social media è l'eccesso di
comunicazione tale da portare a soffocare la riflessione personale.
Entrare in un social network come Facebook è come essere sempre alla
propria festa di compleanno dove, in una stanza chiusa, ci sono tutte
le persone che conosci, che magari sono un po' brille, e vogliono in
continuazione parlarti per farti gli auguri, raccontarti cos'hanno
fatto quel giorno, mostrarti le foto dei loro cani e stupirti con
l'ultima barzelletta. Questo paragone ci porta all'altra questione
legata ai social media: la scarsa qualità dei contenuti trasmessi.
Questo problema in linea teorica non dovrebbe sussistere nei media
tradizionali, al netto delle debite eccezioni.
Allo stesso tempo
entrambe le categorie di mezzi di comunicazione hanno delle
potenzialità poco espresse: se la Rete è lo strumento di libertà
per eccellenza in grado di aggirare la censura e permettere a tutti
di manifestare le proprie opinioni, i media tradizionali dovrebbero
puntare sulla qualità e il rigore dei loro contenuti. Pertanto
dovremmo finirla di snobbare questi strumenti e la comunicazione in
quanto tale, riconoscendole il ruolo fondamentale che ricopre
all'interno delle nostre vite. Occorre rendersi conto che i media
sono strumenti eccezionali e potentissimi, da non lasciare nelle mani
di oligarchie e poteri forti.