martedì 10 settembre 2013

Rat race

Scrive Massimo Fini sul Fatto Quotidiano del 7 settembre:
«In Svizzera, nel giro di poche settimane, si sono suicidati due top manager: Pierre Wauthier, 53 anni, direttore finanziario di Zurich, colosso delle assicurazioni, e Carsten Schloter, 49 anni, leader di Swisscom Telecomunicazioni. Wauthier era pressato dal suo capo perché raggiungesse obiettivi sempre più alti, finché, non potendone più, si è tolto la vita. Ancora più indicativo il caso di Schloter che aveva scritto: "Non puoi stare connesso con il lavoro 24 ore su 24, non puoi cancellare la famiglia, non puoi scordarti i tuoi figli, non puoi scordarti la vita". L'attuale modello di sviluppo è riuscito nella mirabile impresa di far star male anche chi sta bene. Figuriamoci gli altri»
E ciò che è più tragico, ci ha tolto la capacità di pensare che un altro modello di sviluppo e un altro stile di vita sono possibili. Cosa ha impedito a Wauthier e Schloter di mollare il loro lavoro e cercare un altro modo di vivere? Semplicemente, l'ignorare che ce n'è un altro.

martedì 3 settembre 2013

Ricchi e poveri: due Italie, una sola in crisi

A intervalli regolari, giornali e telegiornali ci vomitano addosso dati su dati riguardanti l'andamento della nostra economia. I politici li usano, in modo intercambiabile, per sostenere l'una o l'altra tesi. Inebetiti fissiamo quei grafici con le linee colorate che puntano immancabilmente verso il basso. Però spesso è difficile farsi un'idea sullo stato reale del paese. Le sterili cifre dell'Istat, inanellate l'una dietro l'altra, senza essere contestualizzate e analizzate, ci lasciano perplessi o indifferenti.
Allora serve proprio andare a vedere nella realtà quotidiana se l'Italia si muove o resta ferma. I nostri occhi, in questo caso, sono le telecamera di Presa Diretta, il programma di inchieste tv di Riccardo Iacona e della sua squadra, con la straordinaria capacità di narrazione che li contraddistingue.

La prima puntata di questa stagione è stata dedicata proprio alla situazione economica del paese e, più in particolare, al grande tema della disuguaglianza, spesso trascurato. Nella prima parte della trasmissione, ci viene offerto un viaggio nel favoloso mondo dei super ricchi, quel 10% della popolazione che detiene la metà della ricchezza nazionale. Quelli che, nonostante la crisi, sono diventati ancora più ricchi e si possono permettere di vivere nel lusso più sfrenato, su mega yacht da un milione di euro a settimana e in ville esclusive in un mondo dorato. I ricchi d'Italia che sono anche i più ricchi d'Europa.
In un gioco di chiaroscuri, nella seconda parte della puntata, i nostri sguardi si posano sull'Italia che non ce la fa più. Su chi perde il lavoro ed è costretto a rivolgersi alla Caritas. Su chi è in cassa integrazione e deve mantenere tre figli con qualche centinaio di euro al mese. Sulle fabbriche che chiudono e vengono trasferite all'estero. Sui volti disperati di chi ha perso la speranza nel futuro.

Allineate l'una a fianco all'altra, queste due Italie non sembrano nemmeno appartenere alla stessa nazione. E pensare che basterebbe uno spicchio della ricchezza dei più ricchi per risollevare le sorti dei più poveri e vivere in un paese più equo. Del resto, se una piccola élite di privilegiati può assicurarsi tanta opulenza è a causa di una società ingiusta, perché nessuno può sostenere che il lavoro di chi ha la villa a Porto Cervo valga centinaia di volte di più del lavoro dell'operaio che sgobba sulla catena di montaggio, così come parrebbero suggerire i loro conti corrente. La crisi che stiamo vivendo ci dice che queste disuguaglianze sono insopportabili tanto per le nostre coscienze quanto per il sistema economico, che infatti oggi è ingolfato e non sembra sulla strada del miglioramento.

A questo punto, per intervenire e cambiare le cose si deve chiamare in causa la politica, ma volgendo lo sguardo da quella parte, si cade nello sconforto più totale. Coloro che occupano le istituzioni non hanno nemmeno la sensibilità di conoscere questi problemi, figuriamo se hanno la minima volontà di risolverli, intenti come sono a litigarsi poltrone e prebende. Fino a che il principale oggetto di dibattito saranno l'Imu e i tentativi di Berlusconi di sfuggire alla giustizia non andremo da nessuna parte. Spetta a noi impegnarci in prima persona per ribaltare le sorti del paese. E la prima cosa è conoscere la realtà e capire cosa bisogna fare. Cominciate guardando la puntata di Presa Diretta.