Come avviene spesso in Italia, visto il nostro modo di far le cose (all'italiana, nel senso peggiore del termine), questo referendum contiene un enorme paradosso, rispetto alle posizioni assunte dal Pd renziano e dal Movimento 5 Stelle. Infatti, l'uno vota no ma gli conviene vinca il sì e l'altro viceversa.
Renzi vota sì e ci mancherebbe, visto che il referendum l'ha voluto e promosso lui in persona. Tuttavia, se dovesse vincere il sì, potrà rimanere al governo l'anno e i pochi mesi da qui alla fine della legislatura, ma quando arriveranno le nuove elezioni, il suo tempo sarà finito. Se passa il referendum infatti, la legge elettorale dell'Italicum non verrà modificata (ci sono accordi su eventuali modifiche che però penso non porteranno a nulla*). Ciò significa che il partito che arriva primo alle prossime elezioni, conquista la maggioranza in parlamento. E quel partito sarà quello di Grillo, vista l'aria che tira in Italia e nel mondo. Per questo ai 5 stelle conviene vinca il sì.
A Renzi invece gioverebbe una vittoria del no perché, sebbene nell'immediato sarebbe costretto a dimettersi, in futuro potrebbe essere rimesso in gioco da uno scenario di instabilità politica. Infatti, se il referendum non passa, avremo due leggi elettorali diverse per le due camere. Sia nel caso in cui le cose rimangano così, sia nel caso in cui la corte costituzionale o il parlamento introducano delle modifiche, il nuovo sistema elettorale non sarà mai come l'Italicum, ergo il risultato delle prossime elezioni saranno due camere senza maggioranza, costrette di nuovo alle larghe intese come oggi. Una figura come Letta potrebbe riuscire a formare un governo ma sappiamo come è andata a finire. Chissà se in un caos del genere Renzi non potrà essere richiamato a salvare le sorti del paese.
*L'Italicum non sarà modificato per due motivi. 1) Trovare una maggioranza parlamentare per cambiare la legge elettorale è difficilissimo, lo abbiamo visto in questi anni. 2) Renzi si terrà stretto l'Italicum convinto che con esso possa vincere anche le elezioni (forte del risultato referendario) e ottenere una maggioranza parlamentare tutta sua.