Oltre
alla riduzione del Pil e alla successiva (in senso logico) uscita dal
sistema economico da questo determinato (quello della crescita), la
teoria della decrescita si fonda sulle cosiddette otto 'r': la
somma delle tre parole da anni alla base dell'ecologia (ridurre,
riutilizzare, riciclare) con i cinque nuovi termini aggiunti da
Latouche (rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare,
rilocalizzare, ridistribuire).
Rivalutare,
riconcettualizzare
Questi due termini
esprimono la necessità di un profondo cambiamento nella nostra
percezione del sistema dei valori alla base della società,
rivalutando l'attuale sistema economico e riconcettualizzandolo alla
luce di ciò che abbiamo compreso di nuovo. Esempi del sovvertimento
dei valori a cui si aspira sono l'altruismo al posto dell'egoismo, la
cooperazione al posto della competizione sfrenata, il piacere del
divertimento e l'ethos del ludico al posto dell'ossessione del
lavoro, l'importanza della vita sociale al posto del consumo
illimitato, il locale al posto del globale, il gusto per il bello al
posto dell'efficienza produttiva, il ragionevole al posto del
razionale, il relazionale al posto del materiale ecc.
Quello che più
esprime il cambiamento di cui si sta parlando è la sostituzione del
razionale con il ragionevole. È razionale dare un prezzo a tutto ma
il buon senso ci dice che non è ragionevole farlo: i sorrisi, i
pianti, l'amore un prezzo non ce l'hanno. È razionale il segno più,
è ragionevole vedere anche cosa questo segno più comporta per noi e
per l'ambiente.
Ristrutturare
Ristrutturare
significa adattare il sistema di produzione e il sistema dei rapporti
sociali in funzione del cambiamento di valori di cui abbiamo parlato.
Per quanto riguarda
il sistema di produzione, è necessario mettere una pietra sia sopra
al capitalismo (sostenuto dalle destre) sia sopra al socialismo
(sostenuto dalle sinistre) perché si fondano entrambi sul
produttivismo e quindi sulla crescita. Ciò non significa
abolire i mercati, la moneta, il profitto commerciale, finanziario e
industriale, ma vanno separati affinché non costituiscano un sistema
che schiacci la società. Significa collocare queste "istituzioni"
dentro ad un'altra logica, per esempio il mercato può
diventare una sorta di referendum permanente con il quale le persone
guidicano le decisioni prese nel campo della produzione. La moneta,
invece, è fondamentale quando svolge le funzioni di unità di valore
e strumento di scambio, ma diventa dannosa quando permette di
accumulare individualmente ricchezze e di acquisire mezzi di
produzione.
Ridistribuire
La ridistribuzione
viaggia su un doppio binario: quello della ridistribuzione
delle risorse all'interno di una stessa società e quello tra paesi
diversi. Oggi esistono grandi squilibri per quanto riguarda la
ripartizione della terra, dei diritti di attingere le risorse
naturali, del lavoro, dei redditi, delle pensioni... Affinché una
società della decrescita possa compiersi, è necessario che via sia
un maggiore equilibrio nella distribuzione di questi elementi.
La terra
oggi è sempre più soggetta a erosione e cementificazione, favorendo
l'avanzata del deserto; per contenerlo l'unico modo è di rimettere
la terra al centro della cultura umana, abbandonando l'agricultura
intensiva, la speculazione fondiaria e riducendo l'asfaltizzazione,
in modo che lascino spazio all'agricoltura contadina e biologica.
Il
lavoro è un altro
tema che richiede una profonda revisione della nostra attuale
concezione. Innanzitutto il lavoro va "demercificato": è
inconcepibile la corsa a chi offre minori diritti ai lavoratori e
minor costo del lavoro. Inoltre il reddito minimo garantito (che in
Italia peraltro non è nemmeno presente) andrebbe sostituito da un
reddito di cittadinanza svincolato dal requisito del lavoro, oltre
all'introduzione di un reddito massimo consentito, che fu auspicato
persino da Margaret Thatcher!
Rilocalizzare
Il termine
"rilocalizzare" si rifà al vecchio principio dell'ecologia
politica "pensare globalmente, agire localmente". Lo
sviluppo di attività locali e la riduzione di quelle
multinazionali sono due elementi imprescindibili della società della
decrescita. La rilocalizzazione valorizzerebbe i legami delle persone
con il loro territorio, non tanto con il suolo, quanto con i
suoi patrimoni materiali, culturali e relazionali. È importante però
non perseguire il localismo dello sviluppo, ma quello della
decrescita, improntato alle sue logiche.
Rilocalizzare
significa poi produrre localmente la maggior parte dei prodotti
necessari per la soddisfazione dei bisogni umani, di cui si occupano
aziende locali finanziate dalla raccolta di risparmio locale.
In ultima analisi,
rilocalizzare significa anche autoproduzione, partendo
dall'energia, con impianti di fonti rinnovabili.
La
decentralizzazione del potere economico che consegue alla
rilocalizzazione comporta la decentralizzazione anche del potere
politico, favorendo una maggiore democrazia.
Ridurre
La riduzione è
quasi l'essenza stessa della decrescita essendo quasi un suo
sinonimo, ma questo termine non significa affatto fare le stesse cose
diminuendo solamente la loro quantità. Significa mettersi a
tavolino e separare le cose che sono utili e ci danno felicità, da
quelle tossiche che portano ad un peggioramento delle nostre vite. In
questo senso, alla "riduzione" deve corrispondere un
aumento della salute, del benessere e della gioia di vivere.
La riduzione si
applica quindi ai consumi, quelli dannosi e inutili e quelli
con cui cerchiamo di compensare la mancanza di felicità e che creano
invece dipendenza. In termini numerici, per l'Europa si tratterebbe
di una riduzione dei consumi di tre volte, per gli Stati Uniti
di nove.
La riduzione dei
consumi comporta un minore fabbisogno di denaro e permette quindi
anche la riduzione del tempo di lavoro. Nell'età della pietra
si lavorava solamente tre o quattro ore al giorno; oggi, dopo secoli
di sviluppo, se ne lavorano otto. Questo numero va ridotto per avere
più tempo libero per se stessi e per godersi di più la vita,
dedicando più tempo alle nostre esigenze spirituali, alle relazioni
umane, familiari, sociali, erotiche, culturali. Inoltre, lavorare
meno darebbe la possibilità di lavorare tutti, diminuendo la
disoccupazione. Certo, questo va accompagnato a una
ridistribuzione dei redditi (di cui si è già parlato) che permetta
anche ai più indigenti di sopravvivere senza fare le quaranta ore
settimanali.
Riutilizzare
Riutilizzare
significa far durare più a lungo gli oggetti che si
possiedono. Ciò implica una scelta personale, perché il singolo
individuo deve prendere coscienza della necessità di utilizzare i
prodotti che acquista per tutta la loro durata e non gettarli perché
non sono più di moda o perché sono sorpassati tecnologicamente; ma
è una scelta anche che spetta al sistema economico in generale che
deve costruire oggetti di migliore qualità che durino nel tempo e
non diventino obsoleti nel giro di poco, oltre ad offrire la
possibilità concreta di riparare i pezzi che si guastano. Si deve
formare una consapevolezza collettiva del bisogno di abbandonare la
produzione di prodotti usa e getta e degli imballaggi
eccessivi, magari puntanto su quelli che vanno resi al produttore in
modo da poterli riutilizzare.
Riciclare
Il riciclo
interviene dove il riutilizzo non arriva a causa dell'eccessiva usura
degli oggetti. Attraverso il riciclo si può dar nuova vita al
materiale il cui destino sarebbe invece di finire in discariche o
termovalorizzatori inquinanti e cancerogeni. Ciononostante la
diffusione della raccolta differenziata è ancora molto bassa,
soprattutto nelle grandi città. Il riciclaggio sarebbe agevolato se
i prodotti venissero costruiti nell'ottica del totale recupero
dei loro componenti, cosa che oggi non avviene.
Attraverso
il riciclo, i rifuti organici possono diventare compost, ossia
fertilizzante naturale da sostituire a quelli chimici fabbricati
dall'uomo che inquinano l'ambiente e hanno ripercussioni negative
sulla salute. Il riciclo dei metalli permetterebbe di ridurre
l'energia che servirebbe per estrarli di nuovi, anche tenendo conto
che alcuni di essi come l'alluminio possono essere recuperati
all'infinito.
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